viticoltura nel lecchese

Oggi in Lombardia: la viticoltura nel Lecchese.

A spasso per la Brianza.

La viticoltura nel territorio lecchese era nel passato ampiamente diffusa sulle colline della Brianza e lungo le sponde del lago fino a Colico. I vini prodotti venivano utilizzati sia per l’autoconsumo, sia per l’immissione sul mercato, soprattutto milanese.

Nel corso del 1800 le superfici vitate sono state via via abbandonate sia a causa di malattie che hanno colpito le piante, sia a causa dello sviluppo dell’industria siderurgica. Oggi sono presenti circa 100 ettari di vigneti.

Le maggiori estensioni sono concentrate nella zona di Montevecchia, nella Brianza lecchese, dove sono presenti oltre 50 ettari di vigneti, con conduzione professionale. Estensioni interessanti si trovano anche nell’alto Lario, dove il vino Domasino risente dell’influenza della vicina viticoltura valtellinese, e dove negli ultimi anni si sono visti forti segnali di ripresa.

Dal 2008 è stata riconosciuto dal ministero delle politiche agricole l’indicazione geografica tipica “Terre Lariane”. Questa Igt copre il territorio circostante al Lario, la sponda settentrionale del Ceresio e la fascia collinare che abbraccia la Brianza, i laghetti morenici e l’olgiatese, per un totale di 195 comuni, di cui 126 in provincia di Como e 69 in provincia di Lecco.

A dispetto della limitata estensione cui si sono ridotti questi vigneti, tutti gli studi indicano che le condizioni climatiche ed ambientali presentano ottime potenzialità per il rilancio di una viticoltura di qualità.

I principali vitigni a bacca bianca allevati in questo territorio sono: Verdese, Chardonnay, Pinot Bianco, Riesling, Sauvignon e Trebbiano.

A bacca rossa invece troviamo: Barbera, Cabernet Sauvignon, Merlot, Croatina, Sangiovese, Marzemino e Schiava.

CONDIVIDI SU:

Articoli correlati

  • Rigoloccio 2008: l'Oltralpe a casa nostra.L'azienda Rigoloccio, da cui prende il nome questo particolare vino è collocata a Gavorrano, in provincia di Grosseto. La Maremma, è ormai noto, "ospita" diversi vitigni atti a produrre quelli che sono alcuni dei vini più importanti del panorama vitivinicolo italiano. L'allevamento delle uve internazionali Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc,…
  • Alla scoperta dei vitigni: il Negroamaro.Negli Annali di Viticoltura ed Enologia del 1872, il negroamaro è descritto come un vitigno caratterizzato da un "eccesso di materia colorante, alcolico e dotato di aroma speciale". E' una descrizione alla quale ci sarebbe poco da aggiungere, a parte mettersi d'accordo su quanta materia colorante costituisca un "eccesso" e…
  • Alla scoperta dei vitigni: la Falanghina.La Falanghina è una delle più antiche varietà campane e il suo nome sembrerebbe derivare dal latino "falange", che evoca le aste dei militari simili a quelle usate in vigna per sostenere la vite. Qualcuno sostiene che il Falerno, il vino più ricercato dell'antichità, derivasse dalla Falanghina, ma non vi…