
Nutrire il terreno: i concimi (parte II)
Vantaggi agronomici.
Proseguiamo con la seconda parte del nostro compendio inerente all’utilizzo dei concimi in viticoltura. Cliccate qui se vi siete persi la prima parte, così il quadro risulterà più completo.
COMPOST: si ottiene dalla decomposizione di un misto di sostanza organiche, residui di potature, scarti alimentari, letame, liquami… Condizioni fondamentali sono la presenza di ossigeno e l’equilibrio tra gli agenti chimici presenti nelle materie in trasformazione. L’azione dei micro e macrorganismi è svolta in condizioni particolari e determina la formazione di un ammasso di materia scuro e umido. Il suo utilizzo, con l’apporto di sostanza organica, migliora la struttura del suolo e la biodisponibilità di elementi nutritivi. Come attivatore biologico aumenta la biodiversità della microflora nel suolo.
PREPARATI BIODINAMICI: si tratta di azioni agricole volte al miglioramento delle peculiarità fisico-chimiche del suolo e della vegetazione previste nella conduzione biodinamica del vigneto. In generale esistono preparati da spruzzo e da cumulo da somministrare in dosi ben definite. I preparati da spruzzo sono generalmente due: il cornoletame e il cornosilice. I preparati da cumulo sono strumenti che arricchiscono la sostanza organica da distribuire sul terreno. Il compost ottenuto secondo il preciso impiego di elementi vegetali e animali costituisce un prezioso fertilizzante.
SOVESCIO: pratica agronomica che consiste nell’interramento di determinate colture allo scopo di mantenere e aumentare la fertilità del suolo. I risultati di tale pratica virtuosa possono essere molteplici: aumento della materia organica del terreno, rallentamento dei fenomeni erosivi e mantenimento del patrimonio di azoto. Particolarmente importante da questo punto di vista il sovescio di piante leguminose, capaci di fissare direttamente l’azoto atmosferico nel terreno.
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