
Il lavoro nei vigneti
Impegno continuo
Dopo la pausa estiva Carpe Vinum ritorna con un piccolo vademecum del lavoro nei vigneti.
San Vincenzo è il patrono dei viticoltori e il giorno a lui dedicato, il 22 gennaio, è per tradizione la data di inizio delle lavorazioni nei vigneti. Si parte con la potatura invernale (che in realtà può essere svolta già a dicembre), e si continua con la legatura: la vite è una pianta rampicante e nella maggior parte dei sistemi di allevamento è necessario legare i tralci ai fili di sostegno. La ripresa dell’attività vegetativa della vite è rappresentata dal “pianto”: nei punti di recisione dei tralci fuoriescono lacrime di linfa per qualche giorno, fino a che non si cicatrizzano completamente. Durante la rinascita primaverile si lavora al terreno, si smuovono le zolle per favorire la ricrescita delle radici e per riattivare la vita del suolo.
Ad aprile iniziano i primi trattamenti antiparassitari che saranno ripetuti periodicamente (il meno possibile) fino al mese di agosto. Maggio è tempo di potatura verde con cui si eliminano tutti i germogli sterili sul tronco e sui tralci che consumano inutilmente le sostanze nutritive assorbite dalla pianta. Nello stesso periodo bisognerà sistemare il filare, guidando i tralci lungo i fili di sostegno per accompagnare nel modo migliore la crescita della vite.
A giugno si interviene con la sfogliatura per favorire l’esposizione al sole e all’aria dei grappolo e con la cimatura si recide l’apice dei germogli.
A luglio una delle operazioni più dolorose ma necessarie per produrre uve di qualità è il diradamento. Si effettua quando il numero dei grappoli si rivela eccessivo e consiste nel toglierne alcuni, prima della maturazione, affinché i più resistenti possano assorbire più sostanze nutritive. Si arriva così alla vendemmia, che si svolge a seconda delle zone da fine agosto fino a ottobre/novembre.
Si conclude con una ulteriore concimazione del terreno ed una sua aratura piuttosto profonda.
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