
L’Abruzzo e il Moscatello di Castiglione
Figlio di un'uva minore
In provincia di Pescara esiste un territorio nel comune di Castiglione il cui rapporto con la coltivazione della vite è di antichissima data. Il Moscatello di Castiglione a Casauria, infatti è molto probabilmente il vitigno più antico dell’Abruzzo. Coltivato da lunghissimo tempo nel bacino del Mediterraneo, il moscato, forse derivato dalle antiche uve “Apianae” dei Romani, viene identificato con presenza certa in Italia intorno al al 1300. Viene citato nella zona di Castiglione intorno al 1790/1800.
Dopo la fillossera e il fenomeno della forte emigrazione all’estero di molti abitanti dell’ Abruzzo, il Moscatello di Castiglione a Casauria è rimasto comunque coltivato in piccolissimi appezzamenti destinati al consumo familiare. Solo grazie all’opera di sensibilizzazione svolta dal Consorzio di Tutela costituito nel 2003 e dopo un periodo di difficoltà, dovuto all’azione di vari agenti patogeni, è stato scongiurato il rischio di estinzione per quello che è considerato non solo un patrimonio della viticoltura regionale, ma anche un importante simbolo di un’identità territoriale; un vitigno minore in grado di dare vita ad un vino molto gradevole del quale si sottolinea la tipicità che nasce da questo connubio.
La zona di coltivazione, su terreni declivi con esposizione a sud-est, ha un’estensione che non supera il centinaio di ettari e garantisce l’adattamento tra il vitigno e il terreno.
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