
La viticoltura del Vallese: varietà di suoli.
Origini antichissime
L’origine della viticoltura del Vallese risale circa al 4000 a.C. La coltivazione della vite ha assunto sempre più importanza con il passare del tempo grazie soprattutto ai Romani, precursori dell’introduzione della vite in Europa.
Oggi il Vallese non è solamente il primo cantone viticolo della Svizzera con più di 5000 ettari di vigneti che producono il 40% della produzione viticola dell’intera nazione con 45 milioni di litri l’anno, ma è anche una regione unica al mondo per la diversità e per il potenziale dei suoi vini autoctoni e tradizionali.
Il Vallese presenta la più ampia diversità di suoli in Svizzera, beneficia di un clima secco e molto soleggiato e di un favorevole vento durante la stagione autunnale, fattori che incidono positivamente sulla maturazione e sullo “stato di salute” delle uve.
La maggior parte dei vigneti del Vallese si trovano tra i 400 e gli 800 metri di altitudine, ma le parcelle di Visperterminen, nell’Alto Vallese arriva sino a 1150 metri. Il Vallese presenta una diversità senza eguali: circa 50 sono le varietà che il Chemin du Vignoble, che va da Martigny a Losche, inaugurato nel 2007, permette di scoprire questo patrimonio viticolo semplicemente unico.
I principali vitigni a bacca bianca coltivati in questa regione sono: Chasselas, Sylvaner, Petite Arvine, Chardonnay, Pinot Grigio, Moscato Bianco e Amigne. A bacca rossa invece troviamo Pinot Nero, Syrah, Cornalin, Diolinoir.
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