
Fitofarmaci: protezione naturale o sintetica
Difesa della pianta
I fitofarmaci sono usati per proteggere le piante dall’attacco di parassiti e agenti patogeni, per controllare lo sviluppo di piante infestanti e garantire l’ottenimento di elevati standard qualitativi dei prodotti agricoli. Possono essere naturali o di sintesi. I prodotti fitosanitari possono essere messi in commercio solo se confezionati in involucri o imballaggi chiusi non manomissibili, con etichette regolarmente autorizzate dal Ministero della Sanità, che riportino il nome commerciale del prodotto eventualmente con il marchio, se registrato. Inoltre deve essere indicata l’attività o azione primaria esplicata dalla sostanza attiva, denominata secondo la classificazione ISO (insetticida, fungicida, diserbante) e il tipo di formulazione (polvere bagnabile, liquido emulsionabile) con cui si presenta il formulato.
Al gruppo “chimici” appartengono tutti quei prodotti ottenuti per via sintetica.
Rame e zolfo sono gli anticrittogamici (fungicidi) più utilizzati. Il rame viene usato contro la peronospora, lo zolfo contro l’oidio. Lo zolfo presenta rischi di fitotossicità nei confronti dei giovani tralci, soprattutto in coincidenza con le alte temperature estive. Può interferire sul processo di fermentazione, soprattutto nel caso di vitigni bianchi precoci. L’uso continuativo del rame determina un notevole incremento dei suoi livelli nel terreno, creando problemi ambientali di tipo ecotossicologico.
Quelli organici sono utilizzati in regimi di agricoltura biologica e biodinamica. Prevedono l’impiego di sostanze organiche (decotti o tisane). La loro azione deve essere coordinata e in sinergia con una serie di altri interventi, il più delle volte preventivi, disciplinati dalla conduzione agronomica scelta.
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