
La coltivazione della vite in Valle d’Aosta
Tra ghiacci e montagne
La viticoltura in Valle d’Aosta ha origini molto antiche, risalenti, secondo alcuni studiosi, al periodo pre romano dei Salassi. E’ certo invece che nel periodo romano la coltivazione della vite ebbe una notevole importanza e il commercio costituì una sicura fonte di reddito per i viticoltori. Resti di anfore risalenti al V secolo a.c. sono state ritrovate nella necropoli di Aosta e con ogni probabilità sono le prime testimonianze di attività vitivinicola.
Alla passione e alla soddisfazione del produrre, si è unita nel corso degli anni un’ampliata professionalità dei viticoltori, i quali in uno scenario di montagne e di ghiacciai perenni, con altezze tra i cinquecento e i mille metri, hanno saputo aggirare l’ostacolo trasformando la montagna in una valida opportunità imprenditoriale.
La coltivazione della vite avviene su terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, su ciglioni e i vigneti sono tendenzialmente monoculturali. Nonostante le difficili condizioni geografiche le varietà coltivate sono numerose: dal Priè Blanc al Moscato Giallo, dal Muller Thurgau fino allo Chardonnay, al Pinot Grigio e al Petite Arvine per quanto riguarda la bacca bianca; come bacca rossa troviamo: Petit Rouge, Nebbiolo, Pinot Noir, Fumin, Cornalin e Syrah.
La filiera vitivinicola si snoda infatti lungo tutta la valle ed è percorribile attraverso il percorso della “Route des Vins“. La qualità e la peculiarità di tutte queste risorse contribuiscono allo sviluppo turistico e culturale della regione rappresentando al meglio la ricchezza del mondo vitivinicolo.
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