
Etna Rosso Prephylloxera “La vigna di Don Peppino”: storia di viti ultracentenarie
Quando la terra resiste agli attacchi fillosserici
In occasione della settimana del Vinitaly, Carpe Vinum ha deciso di dare spazio ai followers del blog con i loro articoli. Oggi è la volta di Alessandro Orseniga. Invitiamo tutti coloro che volessero vedere pubblicato un proprio testo, ad inviare qui una bozza dell’elaborato.
Sgomberiamo subito il campo da fraintendimenti: il “Tenuta delle Terre Nere, Prephilloxera Vigna di Don Peppino annata 2009″ è, a mio parere, un vino straordinario, e vi diro’ perchè alla fine del mio racconto.
Versato nel calice, che dovrebbe essere come quelli utilizzati per il Pinot Nero, con base molto larga a stringersi verso il collo, ho atteso pochi minuti prima di essere travolto dall’irradiante bouquet stratificato di piccola frutta rossa (lampone, mirtillo, fragola, accenni di ciliegia), aromi floreali di rosa e violetta, il tutto mirabilmente fuso da una eccellente mineralità derivante dal suolo vulcanico.
In bocca, chiudendo gli occhi, l’assaggio è sontuoso, i pochi tannini sono molto levigati, sorretti da una buona acidità e da un corpo mai esagerato o sbilanciato, grazie evidentemente al sapiente utilizzo delle botti di rovere, piccole e medie.
Lasciato riposare per ulteriori minuti, sbuffi di sottobosco, funghi, fino ad arrivare a piccoli accenni di cuoio (come se fosse già in piena maturazione), ma tutto mirabilmente integrato senza che prevalga un sentore rispetto ad un altro.
Un vino che fa venire il desiderio continuo di berne, mai stancante, sempre diversamente espressivo con il passare del tempo nel calice.
Non è per nulla un azzardo definire questo nettare (soprattutto alla cieca) come se fosse un Pinot Nero della Borgogna, nella zona di Vosne-Romanee, area tutta vocata all’estrema eleganza, delicatezza e finezza, pur supportate da una struttura nascosta, ma sempre presente.
All’inizio l’ho definito un vino “straordinario”, e vi spiego perché: si dice che un vino deve parlare di se stesso, in tutto e per tutto, per essere considerato eccellente nella sua tipicità: il Vigna di Don Peppino 2009 possiede tutto questo, grazie ai suoi vitigni (Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio), alla zona vocata dove crescono (pendici nord dell’Etna), all’età delle vigne (centenarie) ed a cio’ che riesce a esprimere attraverso il colore, i profumi, il gusto, ed alla persistenza: non a caso l’area di cui parliamo è stata chiamata la “Borgogna del Mediterraneo”.
Per concludere, lasciamo per un attimo l’abitudine di dare il ben noto punteggio al vino; traduco e sostituisco il punteggio con una sola frase:
il Vigna di Don Peppino non deve MAI mancare in ogni cantina che si rispetti!
Alessandro Orseniga
Scheda del vino: Etna Rosso Doc Prephylloxera “La Vigna di Don Peppino”
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